
“Le colonne sostengono i templi, ma sono gli uomini a sostenere le civiltà.”
Victor Hugo
La Colonna di San Lorenzo, sita nell’omonima via della Città Alta di Bergamo, venne eretta nel 1627 per commemorare l’antica Chiesa di San Lorenzo, demolita per far spazio alle nuove Mura di Bergamo. Successivamente, la chiesa fu ricostruita tra il 1561 e il 1591 a breve distanza dalla colonna.
La struttura è una colonna in stile toscano, poggiata su un piedistallo e decorata con un cartiglio a metà altezza.
Sulla sommità è scolpito uno stemma con un giglio, simbolo di Sant’Alessandro, patrono di Bergamo. Il marmo utilizzato proviene dalle cave di Zandobbio, e la colonna sorge in una piazzetta dalla forma irregolare, pavimentata a ciottoli e collegata da una scalinata di 18 gradini.
In origine, la sommità della colonna ospitava una croce o una statua, successivamente rimosse. Anche la targa originale, installata dalla Repubblica di Venezia, fu asportata e distrutta durante l’occupazione francese. Una copia del testo è oggi conservata presso l’Archivio Storico Comunale di Bergamo, nella Biblioteca Civica Angelo Maj.
Oltre al suo valore commemorativo, la colonna aveva un ruolo pratico: segnava il punto di partenza della “Via Priula”, una strada strategica che collegava Bergamo alla Valtellina. Questa via, progettata tra il 1592 e il 1593 sotto il podestà Alvise Priuli, rappresentava un’alternativa moderna e sicura alla più antica “Via Mercatorum”, costituita da sentieri tracciati dai mercanti senza una pianificazione organica.
Dal borgo di San Lorenzo, in corrispondenza della colonna, iniziava il tracciato che attraversava montagne e valli fino a Morbegno, coprendo circa 44 miglia (poco più di 70 chilometri). È probabile che il cartiglio della colonna riportasse indicazioni sulla distanza e sul percorso.
La “Via Priula” era fondamentale per la Bergamo del XVI secolo, quando il centro commerciale e amministrativo si trovava in Città Alta. Qui si svolgevano i mercati più importanti, come testimoniano i nomi delle piazze, ancora oggi chiamate Piazza Mercato delle Scarpe, Piazza Mercato del Fieno e Piazza Mercato del Pesce. Da queste vie partivano le carovane di mercanti dirette verso la Valtellina, contribuendo allo sviluppo economico e strategico della città.
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