
“Le rocche e i bastioni non bastano a difendere una città, se chi vi abita non ha il coraggio di sostenerla.”
Machiavelli, Dell’arte della guerra
Il Bastione di San Lorenzo, conosciuto anche come “della Montagnetta”, è uno dei punti più suggestivi delle mura venete di Bergamo. Situato a ridosso del quartiere di Valverde, si distingue per una caratteristica unica che lo rende diverso dagli altri baluardi: la presenza di un affioramento naturale di roccia.
Durante la costruzione delle mura, avvenuta tra il 1561 e il 1568 per volere della Repubblica di Venezia, ci si trovò di fronte a una formazione rocciosa particolarmente ostinata: il conglomerato di Sirone. Questo tipo di roccia, estremamente duro e compatto, si rivelò difficile da abbattere con i mezzi a disposizione dell’epoca.
Dopo attente valutazioni, si decise di non procedere alla demolizione. Abbattere la “Montagnetta” avrebbe comportato spese elevate e notevoli complicazioni logistiche. Inoltre, la presenza stessa della roccia offriva un vantaggio: costituiva un formidabile rinforzo naturale per la difesa della città.
Invece di abbatterla, i costruttori adottarono una soluzione ingegnosa. Con grande pazienza, scalpellarono e levigarono la roccia viva, integrandola perfettamente nella struttura muraria. Ancora oggi, sull’angolo rivolto verso la Porta di San Lorenzo, si può osservare il conglomerato emergere tra le grandi pietre squadrate che compongono le mura.
Su quella stessa altura, prima dell’arrivo dei veneziani, si trovava l’antica chiesa di San Lorenzo. Il piccolo edificio religioso, insieme a 59 case del borgo circostante, venne purtroppo demolito all’inizio dei lavori di fortificazione. La Repubblica di Venezia, infatti, impose la distruzione di abitazioni, chiese e interi quartieri fuori le nuove mura, per creare una “zona franca” che impedisse ai nemici di trovare riparo o punti di attacco ravvicinati.
Il Bastione di San Lorenzo, grazie alla presenza della roccia affiorante, si presenta ancora oggi come una fusione straordinaria tra opera dell’uomo e natura. Camminando lungo il percorso delle mura, si può intuire lo sforzo e l’intelligenza con cui i maestri costruttori seppero sfruttare le difficoltà trasformandole in risorse.
Questo tratto, affacciato sulla città bassa e sulle prime colline, rappresenta una testimonianza viva della storia di Bergamo: una città che ha saputo difendersi con ingegno, adattandosi alla conformazione del territorio senza forzarne la natura.
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