
“Il restauro è il mezzo con cui si dà un futuro al passato.”
Andrea Carandini, archeologo e storico dell’arte
La Villa Regazzoni Camozzi Maffeis si trova a Torre Boldone, in provincia di Bergamo. Si tratta di un articolato complesso architettonico composto da due edifici disposti a formare una pianta ad L. Sebbene collegati, i due corpi presentano caratteristiche differenti, espressione delle diverse fasi storiche in cui furono costruiti.
La parte più antica risale al Seicento e fu realizzata come residenza della famiglia Regazzoni. È in stile barocco e si sviluppa su tre piani, con una facciata imponente scandita da due risalti laterali.
Sulla facciata est si notano due stemmi in arenaria e un’iscrizione latina incisa sul portale monumentale, che richiama le origini e il prestigio della famiglia nobiliare.
Nel corso del Settecento la villa fu ampliata sotto la direzione dell’architetto Elia Simone. Il nuovo corpo, realizzato in stile neoclassico, si estende verso est-ovest e mantiene l’altezza di tre piani, ma con proporzioni più contenute rispetto alla parte seicentesca.
Affacciato sul giardino, presenta elementi propri dello stile ionico, tra cui alti basamenti e plinti decorativi. Lo stile ionico, ispirato all’arte degli antichi Ioni dell’Asia Minore, è noto per le sue forme leggere e armoniose.
Il complesso include anche una cappella privata e un edificio ottocentesco, oltre a un giardino all’italiana, disposto secondo simmetrie geometriche e siepi squadrate.
Oggi la villa è di proprietà dell’Istituto Religioso dell’Incoronata, amministrato dalla Congregazione delle Povere Figlie della Santissima Incoronata, che ne cura la conservazione. La struttura, nonostante necessiti di notevoli interventi di restauro, mantiene intatto il fascino originario e rappresenta una significativa testimonianza dell’evoluzione architettonica e sociale della zona tra XVII e XIX secolo.
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