
“L’acqua é la forza motrice di tutta la natura.”
Leonardo da Vinci, Inventore, Pittore, Ingegnere (1452-1519)
In via Osmano, a Bergamo, si trova la Fontana di San Michele, un manufatto medievale in una posizione poco visibile, ma ancora leggibile nelle sue parti principali.
L’accesso originale era un ampio arco in pietra arenaria che introduceva a un vano sotterraneo coperto da una volta a botte, raggiungibile tramite una scala interna oggi non più praticabile.
Alle spalle della struttura si trovava una cisterna collegata all’acquedotto di Prato Baglioni, un canale che dal colle raggiungeva diversi punti della città, tra cui la Fontana del Delfino nel Borgo di Pignolo. L’opera, costruita intorno al 1260, fu modificata nel Cinquecento quando venne inglobata nell’edificio moderno.
Nei secoli successivi l’innalzamento del piano stradale e la chiusura dell’arco alterarono ulteriormente l’assetto originario, lasciando solo il cornicione con una mensolina centrale decorata da una figura angelica e tracce di iscrizioni ormai consumate. Via Osmano era parte della Vicinia di San Michele al Pozzo Bianco e costituiva un percorso diretto verso i borghi di Mugazzone e Florzano.
L’acqua della fontana proveniva probabilmente da una sorgente posta vicino al cosiddetto Belfante dei Rivola, un’antica fortificazione sul colle che nel Medioevo appartenne alla famiglia Rivola e controllava un’area strategica della città.
Oggi la Fontana di San Michele si trova in stato discutibile, con rifiuti e detriti che ne compromettono la leggibilità. Questa condizione riflette la situazione di molte fontane storiche di Bergamo, che richiedono interventi mirati per garantire la conservazione di un patrimonio che testimonia la lunga relazione della città con l’acqua e con le sue infrastrutture più antiche.
Il sito mantiene comunque un valore documentario importante, utile per comprendere l’evoluzione dei servizi idrici locale.
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