
“Non c’è nulla di più ingiusto di un coltello: non taglia mai quando serve e taglia sempre quando non dovrebbe.”
Anonimo
Tra i tanti percorsi che collegano la Città Bassa alla Città Alta di Bergamo, la Scaletta dello Scorlazzino è uno dei più caratteristici. Inizia da via San Martino della Pigrizia e termina in via dei Torni, poco prima dell’incrocio con lo Scorlazzone, un altro storico sentiero che porta verso San Vigilio.
Il suo ingresso ha una particolarità: è sdoppiato. Un accesso si trova nei pressi di via Borgo Canale, mentre l’altro è all’uscita della Scaletta di San Martino, che parte da un punto più basso della stessa via.
Il nome “Scorlazzino” ha origini dialettali bergamasche e deriva da “scorlassì”, che significa “piccolo coltello da macellaio”.
Questo termine allude a uno strumento grezzo e poco rifinito, suggerendo che il sentiero stesso, con il suo andamento irregolare e la pendenza variabile, possa essere stato descritto come “fatto con lo scorlass”, ovvero non lavorato con cura.
Con i suoi 206 gradini, una lunghezza di 325 metri e un dislivello di 62 metri, lo Scorlazzino è un percorso impegnativo ma suggestivo. Attraversa orti e giardini, regalando scorci pittoreschi sulla città.
In passato, come molte altre scalette di Bergamo, era una via di collegamento fondamentale tra i borghi e la parte alta della città.
Una volta arrivati in via Torni, si può proseguire sullo Scorlazzone verso la chiesa di San Vigilio, oppure dirigersi a Colle Aperto e alla Città Alta.
Lo Scorlazzino non è solo un semplice sentiero: è un frammento della storia di Bergamo, un percorso che racconta il passato attraverso i suoi gradini.
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