
“I paesi muoiono quando muore la memoria di chi li ha abitati.”
Carlo Levi, medico, pittore e scrittore italiano (1902–1975)
Maroncella è un borgo rurale d’altura, sorto in epoca moderna tra la fine del Seicento e il Settecento, nel cuore delle montagne bergamasche. È situato tra la Val Brembilla e la Val Brembana, in una posizione appartata ma suggestiva, dove il paesaggio naturale domina ancora incontrastato.
L’origine del borgo si lega alla presenza di famiglie contadine e pastorali che, cercando terre coltivabili e pascoli, costruirono qui le prime abitazioni in pietra, semplici e funzionali.
Per due secoli Maroncella ha rappresentato un piccolo centro di vita montana, privo di grandi eventi, ma ricco di quotidianità, lavoro, stagioni. Le sue case, raccolte in poche contrade, ospitavano nuclei familiari legati al territorio e alle sue risorse.
Negli anni Cinquanta, però, la trasformazione economica e sociale spinse molti abitanti ad abbandonare il borgo, attratti dalle opportunità offerte dalle fabbriche di fondovalle o della pianura. I più giovani partirono per sempre, mentre gli anziani rimasero fino a che poterono. Poi il silenzio.
Oggi Maroncella è un insieme di rovine coperte dalla vegetazione. I muri in pietra sopravvivono, ma il resto è crollato o scomparso.
Eppure il luogo conserva una sua forza, una memoria muta che chiede di essere raccolta. Da questo nasce I resti di Maroncella – Tracce del borgo scomparso, un libro scritto per salvare dall’oblio ciò che resta.
È un omaggio a chi ha vissuto queste montagne e una testimonianza sul destino di tanti piccoli centri dimenticati. Per leggere un estratto: amazon.it/dp/B0D4YD8WFX
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