
“Il passato non è un fardello, ma una risorsa che ci permette di costruire il futuro.”
Milan Kundera
L’ex Oratorio di San Lupo si trova in via San Tomaso a Bergamo, nascosto tra i palazzi, ma riconoscibile per la sua imponente facciata neoclassica. Le sue origini risalgono al XIV o XV secolo, quando serviva da luogo di sepoltura per la vicina chiesa di Sant’Alessandro della Croce.
Nel 1734 l’edificio fu ricostruito e ampliato su progetto dell’architetto Ferdinando Caccia, assumendo l’attuale aspetto neoclassico. La facciata colpisce per le quattro colonne che sorreggono un frontone con l’iscrizione “DIVO LUPO BERGOMATUM DUCI” – “A San Lupo, condottiero dei Bergamaschi”.
L’interno, a navata unica, è arricchito da decorazioni barocche, arcate in serie verticale e gallerie sovrapposte che creano un effetto scenografico.
Dal 1739 l’oratorio ospitò la “Congregazione dei giovani Figlioli”, un’associazione religiosa dedicata alla formazione dei giovani.
Sul primo pilastro è incisa la scritta “OPUS HOC TETRASTYLO TUSCANICUM FACTUM ANNO MDCCXXXIV” – “Quest’opera a quattro colonne in stile toscano fu realizzata nell’anno 1734” a testimonianza della sua costruzione.
Sconsacrato in epoca moderna, l’edificio è stato affidato alla Fondazione Adriano Bernareggi, che lo ha trasformato in uno spazio espositivo per l’arte contemporanea. Negli ultimi anni ha accolto mostre e installazioni, diventando un punto di riferimento culturale per la città.
Oggi l’ex Oratorio di San Lupo rappresenta un riuscito esempio di recupero storico, coniugando la memoria del passato con l’arte del presente.
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