“L’agricoltura sembra tremendamente facile quando il tuo aratro è una matita, e sei lontano migliaia di chilometri dal campo di grano.”
Dwight Eisenhower, politico/statista (1890 – 1969)
Nel quartiere di Loreto a Bergamo, lungo la via della Colombaia, sopravvivono i resti di una cascina a corte che testimonia il passato agricolo della zona. La strada, che collega via Bonomini con via Borgo Canale, si trova in un’area un tempo caratterizzata da campi coltivati e da piccole attività rurali.
La cascina, nota come “Cascina della via Colombaia”, riflette l’antica tradizione contadina bergamasca. In Lombardia, il nome “Colombaia” era spesso attribuito a cascine o edifici rurali dotati di torri usate per l’allevamento dei colombi.
Questi animali, già allevati nel Medioevo, avevano molte funzioni: fornivano carne e uova, producevano guano impiegato come fertilizzante, servivano come ausilio per la caccia e venivano utilizzati anche per il trasporto di messaggi. La loro presenza era quindi una risorsa preziosa per l’economia rurale.
Dal punto di vista architettonico, la cascina seguiva lo schema tipico della “corte chiusa”: edifici disposti intorno a uno spazio centrale che costituiva il cuore della vita agricola. Le stalle, i magazzini e i fienili si trovavano al piano terra, mentre le abitazioni erano poste al piano superiore, raggiungibile tramite scale esterne o ballatoi in legno.
Un accorgimento comune consisteva nell’orientare finestre e balconi a sud o a est per sfruttare al meglio la luce del sole e rendere più confortevoli gli ambienti durante i mesi freddi.
Oggi i resti della cascina mostrano ancora tracce significative: archi in pietra che delimitavano i passaggi, porzioni di tetto in legno, pavimentazioni antiche in parte conservate. Nonostante il degrado, questi frammenti rievocano l’organizzazione della vita contadina, attenta alla suddivisione degli spazi tra lavoro e abitazione.
La loro sopravvivenza rappresenta una testimonianza concreta della storia rurale di Bergamo e del legame profondo tra la città e il suo territorio agricolo.
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