
“I castelli più saldi non sono di pietra, ma quelli che ciascuno costruisce dentro di sé.”
Piero Calamandrei (1889-1956) giurista e politico
Nel comune di Averara, in provincia di Bergamo, sopravvivono tracce di un’antica architettura fortificata. Percorrendo via Piazzola e poi via della Torre, oltrepassata la Torre della Fontana, posta a 683 metri di altitudine, un tempo parte del sistema difensivo del borgo, si raggiunge la località Castello, situata poco più in alto, a 705 metri sul livello del mare.
Qui, su un dosso panoramico, si trovava il castello medievale, la cui costruzione risale probabilmente al XIII secolo. Alcune ipotesi sostengono che esso fosse collegato alla Torre della Fontana tramite passaggi sotterranei, anche se mancano conferme documentarie. La torre stessa deve il nome alla contrada Fontana, centro abitato principale di Averara, e non alla presenza di sorgenti d’acqua.
Il castello non si presenta oggi come un rudere isolato, ma come un insieme di strutture inglobate in edifici sorti nei secoli successivi, che ne hanno trasformato l’uso da militare a residenziale senza conferirgli aspetti signorili.
Una delle poche testimonianze figurative si trova in un dipinto del XVII secolo conservato nella chiesa parrocchiale: sullo sfondo vi compare il profilo del castello, utile a intuire la sua fisionomia originaria. Resti di murature perimetrali lasciano supporre che l’insediamento fosse in origine racchiuso da una cinta difensiva.
Le strutture rimaste rivelano l’impiego di pietra locale non squadrata, disposta con cura in corsi regolari. Particolare attenzione fu riservata alla realizzazione di archi e stipiti, testimonianza di una buona perizia costruttiva.
Con il tempo, però, il complesso perse la funzione difensiva, assumendo caratteristiche residenziali attraverso l’aggiunta di logge e porticati funzionali alla vita quotidiana. Questo processo non fu isolato: in tutta la valle, tra tardo Medioevo ed età moderna, molte fortificazioni furono adattate ad abitazioni, in seguito al declino delle esigenze militari e alla crescente importanza delle attività agricole e di scambio.
Oggi i resti del castello di Averara rappresentano una memoria concreta della storia locale, utile a comprendere l’organizzazione difensiva medievale e la successiva trasformazione del territorio.
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