
“In ogni pietra di un borgo montano c’è il lavoro e la vita di chi ci ha preceduto.”
Carlo Levi, scrittore, medico e pittore italiano (1902-1975)
Piazzalina è un piccolo borgo rurale che si trova tra Oneta e Cornello dei Tasso, nella frazione di San Giovanni Bianco, in provincia di Bergamo. È circondato da boschi e sorge poco sopra il tracciato originale della Via Mercatorum, la storica strada commerciale che univa le valli bergamasche e che per secoli rappresentò un importante collegamento per scambi e comunicazioni.
Dal borgo di Oneta parte un sentiero che scende nel bosco e raggiunge Cornello dei Tasso. A metà percorso si incontra l’Oratorio di Sant’Anna, costruito nel XVI secolo, segno della devozione popolare e della vita religiosa che caratterizzava queste comunità montane. Da lì un sentiero più ripido sale tra gli alberi e conduce a Piazzalina, dove antiche scalinate acciottolate rendono più agevole la salita.
Il borgo si trova su un rilievo soleggiato, con vista sul monte Sornadello. È un tipico esempio di architettura contadina, con case in pietra addossate l’una all’altra, balconi in legno e un fontanile a due vasche che in passato era centro della vita quotidiana.
Alcune abitazioni hanno conservato l’aspetto originario grazie a restauri rispettosi, mentre altre sono state modificate da interventi edilizi, avviati già nella metà del Novecento e proseguiti negli anni recenti, che hanno alterato in parte il volto tradizionale del borgo.
Come in molti villaggi di montagna, la popolazione stabile è ormai scarsa. Gli abitanti di un tempo, legati alla terra e alle tradizioni, sono stati sostituiti da villeggianti che frequentano la contrada soprattutto nei periodi estivi o festivi. Questo ha contribuito a mantenere vivo il borgo, sebbene in modo diverso rispetto al passato.
La posizione pedemontana rende Piazzalina un punto di partenza ideale per escursioni di varia difficoltà: semplici passeggiate immerse nella natura oppure itinerari più impegnativi per chi ama il trekking.
Visitare Piazzalina significa scoprire un luogo sospeso tra storia e presente, dove la memoria dei secoli si intreccia con la vita odierna, in un paesaggio che conserva intatto il fascino della montagna bergamasca.
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