
“Il destino della città dipende dal coraggio dei suoi difensori.”
Pericle, statista, oratore e stratega (495 a.C.-429 a.C.)
Il passaggio con scaletta di Via Becarino da Pratta, nascosto tra i vicoli di Città Alta vicino alla Fontana del Lantro, conserva una vicenda legata agli anni in cui Bergamo era sotto il dominio veneziano.
Il percorso unisce Via della Boccola e Via alla Porta di San Lorenzo e offre ancora oggi un collegamento rapido tra le due strade.
La struttura, con quindici gradini disposti tra un ballatoio e una breve galleria acciottolata, mantiene l’aspetto semplice di un angolo medievale della città.
La memoria locale attribuisce il nome del passaggio a un episodio del 1437, quando tensioni politiche opposero sostenitori di Venezia e gruppi fedeli ai Visconti di Milano. Le cronache raccolte da Bortolo Belotti riferiscono che alcuni ghibellini tentarono di corrompere il Conestabile di guardia per aprire la Porta di San Lorenzo e permettere l’ingresso delle truppe di Pietro Visconti e dei Brembillesi.
Il progetto mirava a riportare Bergamo sotto influenza milanese, ma la congiura fu scoperta. Becarino da Pratta, caporale della guarnigione veneziana, denunciò il piano e contribuì a impedirne l’esecuzione.
Il Conestabile coinvolto fu giustiziato, mentre la città riconobbe al caporale il merito di avere protetto il presidio. L’episodio, noto attraverso la tradizione storiografica ottocentesca, riflette le tensioni che segnarono la Lombardia del Quattrocento e mostra come luoghi oggi tranquilli furono un tempo scenari di conflitti locali.
Il passaggio resta quindi un punto in cui storia e memoria civica si intrecciano, ricordando un gesto che la città ritenne decisivo per la sua sicurezza.
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