
“Un palazzo è il ritratto di chi lo ha costruito e di chi lo abita.”
John Ruskin
Palazzo Boselli, conosciuto anche come Casa Piccinelli, è uno degli edifici storici più significativi di San Giovanni Bianco, in provincia di Bergamo. La sua costruzione risale probabilmente tra la fine del XIII e la prima metà del XIV secolo, un periodo in cui la Valle Brembana era attraversata da importanti vie di comunicazione come la Mercatorum e, successivamente, la Priula.
La posizione del palazzo non era casuale: sorgeva a strapiombo sul torrente Enna, proprio nel punto di confluenza sul Brembo, vicino al “Ponte Vecchio” e alla zona in cui, nel XVI secolo, venne edificato il “Ponte Priula” o della “Maddalena”.
Non si hanno certezze sulle origini della famiglia Boselli, ma documenti conservati nella Biblioteca Civica Angelo Maj di Bergamo attestano la loro presenza a San Giovanni Bianco almeno dal 1261. Si ipotizza che i Boselli fossero originari di Bergamo e che si siano stabiliti nella valle per motivi commerciali o amministrativi.
L’edificio, in origine, aveva una funzione difensiva: non un vero e proprio castello, ma una residenza fortificata, dotata di torrette con feritoie per la sorveglianza, essenziali per il controllo dei passaggi lungo le vie mercantili.
Nel corso dei secoli, il palazzo cambiò proprietà più volte. Passò ai Giupponi e, successivamente, ai Guerinoni Piccinelli. Il nome “Casa Piccinelli” deriva dall’ultimo proprietario, che nel 1932 donò l’edificio alla parrocchia locale. Da allora, il palazzo divenne casa parrocchiale, pur conservando le tracce della sua nobile origine.
L’evoluzione architettonica dell’edificio è ben visibile. I saloni interni conservano ancora affreschi e decorazioni d’epoca, mentre la facciata presenta elementi ornamentali come un mascherone scolpito e figure in abiti medievali. Un tempo, il palazzo ospitava anche una collezione d’arte, a testimonianza dell’importanza sociale e culturale della famiglia proprietaria.
Negli ultimi anni, alcuni ambienti del palazzo, tra cui le antiche prigioni, sono stati recuperati per ospitare mostre ed eventi culturali. Questo adattamento ha permesso alla comunità di riscoprire un patrimonio che, nei secoli, ha mantenuto il suo valore storico e architettonico, confermandosi come una delle testimonianze più preziose della Valle Brembana.
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