
“La torre è il simbolo dell’uomo che aspira al cielo e teme la terra.”
Antoine de Saint-Exupéry, scrittore e aviatore francese (1900–1944)
All’ingresso di via Porta Dipinta, in Città Alta a Bergamo, si trova la Porta Torre “Sub Foppis”, un antico varco che univa la funzione di accesso alla città con quella di torre difensiva. Essa apparteneva al sistema delle tredici porte delle “Muraine”, la cinta muraria medievale costruita per proteggere i borghi nati oltre il nucleo fortificato cittadino.
Le Muraine, iniziate nel XII secolo, partivano dalla zona di Borgo Palazzo e seguivano un tracciato preciso: costeggiavano il convento di San Francesco, passavano accanto all’attuale sede dell’Accademia Carrara e risalivano verso il colle. Da qui si dirigevano al convento di Sant’Agostino, aggiravano il colle di San Michele e giungevano infine alla Porta Sub Foppis, dove si congiungevano con le mura più antiche della Città Alta.
Il nome “Sub Foppis” deriva dal termine dialettale “Foppa”, che significa grande buca, e indicava l’avvallamento naturale presente in quella zona. Questo fosso separava le alture dalla pianura e fu colmato negli anni Trenta del Novecento per creare l’attuale campo della Fara.
Le porte delle Muraine avevano una funzione strategica: non erano semplici varchi, ma punti di controllo e difesa essenziali per l’accesso alla città. La Porta Sub Foppis, situata lungo il colle di San Michele, era tra i principali punti di sorveglianza.
Una rappresentazione di Bergamo realizzata da Alvise Cima tra il XVI e il XVIII secolo mostra chiaramente il tracciato delle Muraine e il collegamento con questa Porta Torre. Con l’arrivo della dominazione veneziana nel XVI secolo, le Muraine furono progressivamente sostituite dalle più imponenti Mura Veneziane.
La loro demolizione definitiva avvenne nel 1901, cancellando quasi del tutto i resti dell’antica difesa. Oggi rimangono solo poche testimonianze delle tredici porte originarie: la Porta Sub Foppis, insieme alla Torre del Galgario, conserva ancora parte della memoria di quella struttura.
Nonostante i mutamenti urbanistici, continua a ricordare l’ingegno e la capacità costruttiva di chi, nel Medioevo, progettava le difese cittadine per garantire sicurezza e controllo.
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