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Porta Torre Sub Foppis via Porta Dipinta Città Alta Bergamo

All’ingresso di via Porta Dipinta, nella Città Alta di Bergamo, si trova la Porta Torre “Sub Foppis”, un’antica struttura che univa la funzione di accesso alla città con quella di torre difensiva. Questo varco faceva parte delle tredici porte delle “Muraine”, la cinta muraria medievale che proteggeva i borghi sorti oltre il nucleo fortificato della città.

Le Muraine, costruite a partire dal XII secolo, iniziavano il loro percorso dalla Città Bassa e si sviluppavano lungo un tracciato preciso. Partivano nei pressi di Borgo Palazzo, proseguivano verso il convento di San Francesco e costeggiavano l’area oggi occupata dall’Accademia Carrara.

Da qui salivano lungo le pendici del colle, passando accanto al convento di Sant’Agostino, per poi aggirare il colle di San Michele e raggiungere la Porta Sub Foppis, dove si congiungevano con le mura più antiche della Città Alta.

Il nome “Sub Foppis” deriva dal dialetto bergamasco, “Foppa” cioè grande buca, e indica un avvallamento naturale presente in quella zona. Questo fosso, che separava le alture dalla pianura sottostante, fu colmato negli anni ’30 del Novecento per far posto all’attuale campo della Fara.

Le porte delle Muraine non erano semplici passaggi, ma punti strategici di controllo e difesa. La Porta Sub Foppis, situata lungo il colle di San Michele, rappresentava un elemento chiave nel sistema fortificato della città. Una raffigurazione di Bergamo tra il XVI e il XVIII secolo, realizzata da Alvise Cima, mostra chiaramente il tracciato delle Muraine e il loro collegamento con questa Porta Torre.

Nel XVI secolo, con la dominazione veneziana, le Muraine furono in gran parte sostituite dalle più imponenti Mura Veneziane. Il loro abbattimento definitivo avvenne nel 1901, cancellando quasi del tutto questa antica difesa.

Delle tredici porte originarie, oggi restano poche tracce. La Porta Sub Foppis, insieme alla Torre del Galgario, è una delle ultime testimonianze sopravvissute. Nonostante i cambiamenti urbanistici, questa struttura continua a raccontare la storia della città e l’ingegno con cui un tempo si progettavano le difese per garantire sicurezza e controllo.

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