
“Le fortificazioni parlano delle paure e delle speranze di chi le edificò.”
Giuseppe Gerola, storico e ispettore ai monumenti (1877-1938)
La costruzione della porta settentrionale delle Mura venete di Bergamo risale alla seconda metà del Cinquecento, quando la Repubblica di Venezia decise di trasformare la città in una piazzaforte di confine.
Dopo la pace di Cateau-Cambrésis del 1559, Bergamo si trovò infatti sul limite tra la Serenissima e lo Stato di Milano dominato dalla Spagna. In quel contesto la nuova linea difensiva sostituì gli antichi accessi medievali e comportò la demolizione di edifici religiosi e abitazioni, tra cui la chiesa di San Lorenzo, che diede il nome alla porta.
La struttura appartiene alla categoria delle architetture fortificate rinascimentali, poiché segue i principi della fortificazione bastionata elaborata nel Cinquecento per fronteggiare l’artiglieria.
La prima apertura fu realizzata attorno al 1562-63 alla base della cortina muraria, più in basso rispetto all’attuale. L’ingresso, rivolto verso la Val Brembana e la Via Priula, apparve però presto un punto debole: nel 1605 fu chiuso per motivi strategici.
Alcuni decenni dopo si decise di ripristinare il varco, ma in posizione rialzata. Nel 1627 venne costruito un nuovo ponte in muratura e la porta fu ricostruita sopra la precedente, che rimase visibile come imbocco inferiore. Il ponte, articolato in cinque arcate, sopravvive ancora oggi e conduce a una facciata sobria in arenaria con un unico fornice, affiancata internamente da un portico a due campate.
Diversamente da altre porte veneziane, qui non fu posto un rilievo lapideo con il leone marciano: al suo posto vi era un dipinto, rinnovato nel tempo e rifatto nel Novecento. La porta ebbe grande rilievo per i collegamenti con le valli e con l’Europa. Da qui partiva la Via Priula, voluta dal podestà Alvise Priuli e costruita nel 1592-93 per collegare Bergamo con la Valtellina e i Grigioni tramite il passo San Marco, evitando i controlli spagnoli sul lago di Como.
In età risorgimentale il varco assunse nuovo significato: l’8 giugno 1859 i volontari garibaldini vi entrarono trovando la città già liberata dal dominio austriaco. In memoria di quell’episodio nel 1907 la porta fu intitolata a Garibaldi, pur mantenendo la storica denominazione di San Lorenzo. Dal 2017 le mura veneziane, insieme ai loro accessi, sono state incluse nel patrimonio mondiale UNESCO.
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