“Il lavatoio era il salotto della povera gente, il suo giornale, la sua tribuna.”
Fernand Braudel
Il Borgo del Lavanderio, situato lungo la strada che collega Bergamo Alta al monastero di Astino, ha origini molto antiche. La sua storia è legata alla fondazione del monastero vallombrosano di Astino, avvenuta nel 1070. I monaci, giunti nella valle per condurre una vita di preghiera e lavoro, favorirono lo sviluppo di edifici rurali fortificati.
Queste strutture, caratterizzate da spesse mura e torri di avvistamento, furono in seguito trasformate in cascine. Un esempio è la Cascina con Torre all’inizio di via Astino, vicino alla scaletta di Ripa Pasqualina.
L’approvvigionamento idrico era garantito dalla fontana nota come “Astina” o del “Lavanderio”, che forniva acqua al monastero. Nel 1203, il podestà di Bergamo ne riconobbe ufficialmente l’uso ai monaci, ma già nel 1156 essi avevano ottenuto i diritti sulla vicina fonte dell’Acquamorta, da cui partiva l’acquedotto per Sudorno.
Il borgo prese il nome proprio dal lavatoio che ancora oggi si conserva, testimonianza della vita quotidiana del passato. Lungo il percorso si trova anche una torre medievale tronca, segno della vocazione difensiva che in origine avevano questi edifici.
Il tracciato, antico e suggestivo, conservò nel tempo la sua funzione di collegamento tra la città murata e l’area agricola circostante.
Nel Cinquecento, la valle di Astino divenne luogo di villeggiatura per le famiglie nobili bergamasche. In quel periodo sorsero ville signorili immerse nel verde, spesso accanto a edifici rustici. Nel borgo del Lavanderio è ancora visibile l’ingresso di una dimora storica affacciata sulla valle, affiancata da modeste abitazioni e rustici in pietra.
Il contesto, semplice e silenzioso, si fonde con il paesaggio naturale fatto di alberi, orti e vecchi sentieri, offrendo uno spaccato autentico della Bergamo rurale. dei suoi protagonisti.
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