
“La contemplazione nasce quando la lingua tace.”
Gregorio Magno, Papa, teologo, padre della Chiesa (540–604)
Nel cuore degli antichi sentieri del monte Vergese (oggi Canto), dove il silenzio dei monaci cluniacensi si fonde con l’eco dei secoli, prende forma un viaggio nella storia più nascosta della provincia di Bergamo.
Abbazie millenarie, borghi scomparsi, vicende dimenticate: tutto converge lungo quella che, tra l’XI e il XIV secolo, fu la storica “Via dei Frati”.
Dal 1076, con Alberto da Prezzate e la fondazione dei monasteri di San Giacomo a Pontida e di Sant’Egidio a Fontanella, il movimento cluniacense portò sul Vergese un mondo di regole, silenzi, trascrizioni, preghiere e accoglienza.
Un ordine monastico che cambiò profondamente la vita religiosa e civile del territorio. Tra questi versanti si consuma anche un delitto misterioso: nel 1282 il priore di Pontida viene assassinato, lasciando dietro di sé un enigma che attraversa i secoli.
E più in alto, quasi alla sommità del monte, sorge il borgo del Canto: una piccola contrada rurale che sopravvive alle lotte tra Guelfi e Ghibellini, ma non al lento abbandono dei suoi abitanti, diventando oggi un affascinante borgo fantasma.
“La Via dei Frati” è un itinerario storico e narrativo che unisce cammini, misteri, luoghi perduti e figure realmente vissute, trasformando un monte isolato in un crocevia di vicende straordinarie. Un viaggio dove il passato riemerge, passo dopo passo.
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