
“Su una scala non si è obbligati a scendere o salire, uno si può anche accomodare sul gradino ad osservare il mondo.”
Fabrizio Caramagna, scrittore e studioso di aforismi (1969)
Via Rivola, nella Città Alta di Bergamo, conserva una breve scaletta che collega Via San Lorenzo a Piazza Vecchia. Il percorso, composto da diciotto gradini e da un tratto pianeggiante, offre ancora oggi un passaggio diretto usato da residenti e visitatori.
La strada richiama il nome dei Rivola, una famiglia attestata già nel X secolo e considerata tra le più antiche del territorio. Secondo le fonti, il cognome potrebbe derivare da una piccola ripa situata tra le vicinie di San Lorenzo, San Pancrazio e San Michele dell’Arco, luogo del loro primo fortilizio.
Le concessioni vescovili e il controllo di aree strategiche consolidarono nel tempo la loro posizione. Nel Trecento la famiglia costruì un castello nell’area oggi nota come Terre del Vescovado, segno di un’influenza che oltrepassava le mura cittadine.
Un ramo scelse Via Arena, dove nel 1220 fu eretta la torre dei Migliavacca dei Rivola sopra i resti di una domus romana; in seguito la torre passò ai Priacini e nel 1399 fu donata alla Fondazione MIA, entrando nel patrimonio dell’Ospedale di Santa Maria Maggiore.
Tra gli edifici legati ai Rivola vi è anche Palazzo Gromo dei Rivola, noto come Palazzo Pacchiani Rivola, in Via Gaetano Donizetti. Risalente al XIII secolo, fu sede della Zecca cittadina tra il 1254 e il 1301, periodo in cui si coniavano monete che garantivano a Bergamo una limitata autonomia economica.
Il suo aspetto odierno riflette trasformazioni successive, ma mantiene un chiaro legame con la storia locale. La presenza dei Rivola, riconoscibile nei loro beni e nei loro incarichi, contribuì allo sviluppo di Bergamo.
La scaletta di Via Rivola resta oggi una traccia concreta della loro antica presenza.
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