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Piazza Cittadella (BG)

La Piazza “Cittadella”, situata in Città Alta a Bergamo, sorge nell’area che in epoca medievale ospitava una fortificazione militare. Questa struttura, posta nel cuore della città, aveva la duplice funzione di difendere il centro abitato e di rappresentare l’autorità del potere dominante.

Tra il 1332 e il 1428 Bergamo fu sotto il controllo dei Visconti, signori di Milano, che nel pieno del Basso Medioevo rafforzarono le difese urbane costruendo una nuova cittadella nella parte settentrionale delle mura, tra Porta Sant’Alessandro e Porta San Lorenzo.

La posizione fu scelta per la sua importanza strategica: da lì era possibile controllare i punti più vulnerabili della cinta muraria. Con il tempo, la Cittadella divenne il fulcro del sistema difensivo visconteo, poi ristrutturato durante il dominio veneziano, a partire dal 1428, con l’inizio dell’età moderna.

L’intero complesso era collegato al Forte di San Marco, costruito lungo il versante nord-occidentale, che comprendeva sei baluardi su un totale di quattordici e comunicava con il Castello di San Vigilio attraverso una strada “coperta”, cioè nascosta alla vista.

Il forte, circondato da un ampio fossato simile a quello delle successive mura veneziane, ospitava al suo centro Piazza San Marco, spazio destinato al ricovero dei soldati e alla custodia delle armi.

Da questa piazza partivano camminamenti sotterranei e strade protette che conducevano ai baluardi e alle postazioni di artiglieria. Un elemento particolare era la “Porta del Soccorso”, passaggio segreto utilizzato per collegare la fortificazione al Castello di San Vigilio e come via di fuga in caso d’assedio.

Nel 1812, durante il periodo napoleonico, l’area del Forte di San Marco e le sue strutture sotterranee furono vendute a privati, mentre il Castello di San Vigilio tornò più tardi di proprietà comunale. Oggi, l’unica testimonianza visibile dell’antica fortificazione è proprio la Porta del Soccorso, nascosta dietro un portoncino grigio lungo la Via Sotto le Mura di Sant’Alessandro, memoria discreta di un passato che attraversa il Medioevo, l’età veneziana e quella moderna di Bergamo Alta.

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