
“La semplicità è la suprema sofisticazione.”
Leonardo da Vinci – Artista, ingegnere e inventore (1452–1519)
A Torre Boldone, in provincia di Bergamo, esiste un luogo speciale, nascosto in un giardino privato. È il “Museo di Opere Meccaniche” creato da Ferdinando Algeri, conosciuto da tutti come Doro.
Figura amata nel paese, Doro era un uomo appassionato e generoso, capace di unire tecnica, arte e spirito di comunità.
Gestiva un’officina di motociclette, punto di riferimento per molti. Ma non era solo un meccanico: fu anche il fondatore della squadra di calcio “Motocicli Allegri”, coinvolgendo numerosi ragazzi del posto nei tornei locali. La sua energia lo portava a impegnarsi in più ambiti, sempre con entusiasmo e spirito costruttivo.
Nel tempo libero, Doro si dedicava a costruire opere meccaniche. Il suo giardino divenne uno spazio creativo, dove inventava e assemblava sculture in movimento, tutte realizzate con materiali di recupero e grande abilità manuale.
Ogni pezzo era il frutto della sua fantasia e della sua esperienza di tecnico e artigiano. Tra le sue realizzazioni più note si trovano mulini ad acqua e a vento, pale eoliche, una torre con orologio meccanico funzionante, una bicicletta dedicata a Gino Bartali e numerose moto d’epoca, tra cui spicca un raro Mosquito del 1947.
Ogni oggetto racconta una storia, un’intuizione, una passione per il movimento e l’ingegno umano. Il piccolo museo all’aperto, curato dalla famiglia, è oggi visibile transitando lungo la strada che costeggia la sua abitazione. Le opere sono rimaste dove lui le aveva pensate e costruite, testimoni di una vita vissuta all’insegna della creatività e del dono.
Chi passa di lì può ancora percepire l’anima di Doro, il suo amore per le cose ben fatte e per il proprio paese. Il suo esempio continua a ispirare.
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