“Non esistono scorciatoie per arrivare in cima: devi fare la salita.”
Vince Lombardi
La Scaletta dello Scorlazzone è uno dei percorsi più affascinanti e impegnativi di Bergamo. Collega via Sudorno alla sommità del colle di San Vigilio con una ripida scalinata che si sviluppa per 500 metri, superando un dislivello di 77,5 metri.
I primi 162 gradini sono i più ripidi e mettono subito alla prova chi si avventura su questo storico sentiero. Circondata da antichi muri a secco e affiancata da eleganti ville, la scaletta regala scorci suggestivi sulla Città Alta e sulla valle di Astino.
Il suo nome, “Scorlazzone”, deriva dal termine dialettale bergamasco “scorlass”, che significa “coltello da macellaio”. Questa parola richiama un oggetto grossolano, poco rifinito, un riferimento probabilmente alla natura irregolare del tracciato.
Nei primi metri del percorso, sulla sinistra, si nota un’apertura quadrata chiamata “Uschiolo”. Questo piccolo accesso serviva ai Fontanari per ispezionare la condotta che portava acqua alla fontana sottostante. È un dettaglio che testimonia l’importanza storica di questa via, un tempo essenziale per la manutenzione delle risorse idriche cittadine.
Le origini della Scaletta dello Scorlazzone risalgono probabilmente al Medioevo. Faceva parte di una rete di sentieri che consentivano rapidi spostamenti tra le colline e la Città Alta, aggirando le strade più lunghe e tortuose. Potrebbe essere stata frequentata anche da monaci e pellegrini diretti verso luoghi sacri come il monastero di Valmarina.
Oltrepassati i gradini, il percorso continua in salita su un fondo selciato, costeggiando ville restaurate con cura. Alla fine del tragitto, si giunge nel cuore di San Vigilio, accanto all’omonima chiesa.
Oggi, la Scaletta dello Scorlazzone è più di un semplice collegamento: è un percorso carico di storia e fascino, che conserva intatta l’anima antica di Bergamo. Salirne i gradini significa ripercorrere secoli di vita cittadina, tra bellezza e memoria.
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