
“Un santuario è dove l’uomo si ferma e Dio passa.”
Don Tonino Bello
All’interno del villaggio operaio di Crespi d’Adda, la Chiesa del Santissimo Nome di Maria si presenta come una fedele riproduzione del Santuario di Santa Maria di Piazza di Busto Arsizio, città d’origine della famiglia Crespi.
Voluta da Cristoforo Benigno Crespi e costruita tra il 1891 e il 1893, la chiesa doveva rappresentare non solo un luogo di culto, ma anche un segno tangibile del legame tra le radici familiari e il nuovo villaggio industriale.
Secondo quanto riportato dalla rivista L’Edilizia Moderna nell’ottobre 1894, la realizzazione fu condotta con grande attenzione, rispettando le proporzioni e i dettagli architettonici del modello originale.
L’edificio ha pianta quadrata e poggia su un basamento in ceppo dell’Adda, una pietra locale. La struttura culmina in una cupola ottagonale, circondata da un elegante loggiato con colonnine in marmo, che ne esaltano la leggerezza visiva.
L’interno colpisce per la ricchezza decorativa: le pareti e le volte riproducono fedelmente quelle della chiesa di Busto Arsizio.
La cupola è dipinta con un cielo stellato, evocando la pace di una notte serena. Ogni elemento, dai motivi floreali agli affreschi sacri, contribuisce a creare un ambiente raccolto e armonioso.
Una differenza significativa rispetto all’edificio originale è l’ingresso: a Crespi, il pavimento della chiesa è rialzato di circa settanta centimetri rispetto alla piazza. Vi si accede salendo una scalinata in marmo di Verona, che dona solennità all’ingresso e distingue l’edificio pur nella sua fedeltà al santuario bustocco.
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