
“Il castello è l’espressione armata del potere: non solo rifugio, ma minaccia permanente.”
Raffaele Licinio, storico italiano, specialista di strutture fortificate medievali (1945–2018)
Il cosiddetto Castelliere di Lovere si trova sul versante del monte Cala, in provincia di Bergamo, nella località oggi chiamata Ronchi. In passato la zona era nota con il nome di Comarino, probabilmente legato alla conformazione del terreno, soggetto a frane e accumuli di ghiaia.
Il termine “Castelliere” fa pensare a un insediamento molto antico, risalente all’età protostorica, ma gli scavi condotti non hanno restituito tracce di strutture di quell’epoca. Le testimonianze emerse raccontano invece un’altra storia.
Nel sito sono stati rinvenuti frammenti di ceramica databili tra il XIV e il XVII secolo, insieme ai resti di una strada selciata di costruzione più recente, probabilmente medioevale.
Questi elementi indicano che la presenza umana e le attività costruttive nella zona risalgono a un periodo compreso tra il tardo Medioevo e l’inizio dell’età moderna, e non all’epoca preistorica. La realizzazione del sito potrebbe quindi collocarsi attorno alla metà del XV secolo.
L’ubicazione, che sovrasta il borgo di Lovere, e alcuni particolari della struttura fanno pensare a una funzione militare. Il perimetro mostra segni di una recinzione difensiva, una caratteristica propria delle fortificazioni rinascimentali.
Le fonti storiche suggeriscono che la costruzione possa risalire al 1414, durante l’assedio di Lovere. In quell’anno Pandolfo Malatesta, condottiero e signore di Brescia, tentò di rafforzare il proprio dominio nelle aree della bergamasca e della Valle Camonica.
Questo episodio rientra nel più ampio conflitto noto come Guerra di Lovere e della Valle Camonica, una serie di scontri tra poteri locali e signorie in lotta per il controllo del territorio. Il Castelliere, in questo contesto, rappresenta un esempio concreto della strategia difensiva impiegata in quel periodo turbolento della storia lombarda.
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