
“Il benessere collettivo è la più grande innovazione che una società possa realizzare.”
Jacques Delors
Nel 1892, all’interno del villaggio operaio di Crespi d’Adda, sorse una scuola che avrebbe accolto l’asilo, le elementari e un corso di economia domestica. La posizione centrale dell’edificio rifletteva l’importanza data all’istruzione, considerata fondamentale per formare i giovani secondo le esigenze della fabbrica.
L’insegnamento era simile a quello pubblico, ma gestito direttamente da una direttrice incaricata dalla proprietà. Oltre all’istruzione, la scuola trasmetteva disciplina e senso del dovere, preparando futuri operai allineati ai valori dell’azienda.
Dodici anni più tardi, nel 1904, la famiglia Crespi inaugurò “l’Ambulanza Medico Chirurgica”, un ospedale moderno situato vicino all’ingresso della fabbrica. La struttura era pensata per rispondere rapidamente agli infortuni sul lavoro. Come affermava Silvio Benigno Crespi, “una cura pronta ed energica dei feriti sarà il primo mezzo per diminuire le conseguenze di una disgrazia”.
L’ospedale era dotato di moderne attrezzature, compreso un reparto di radiologia, e offriva cure gratuite a tutti gli abitanti. Accanto all’emergenza, forniva anche assistenza continuativa ai malati.
Per migliorare l’igiene del villaggio, accanto all’ospedale fu costruito un edificio con bagni pubblici, utilizzati fino all’introduzione dei servizi igienici privati nelle abitazioni. All’interno, una grande vasca serviva anche da piscina, offrendo ai residenti un momento di svago.
Attenta alla salute della comunità, la famiglia Crespi si impegnò anche contro la pellagra, malattia legata alla malnutrizione. Fondò così una Cooperativa di Consumo, che garantiva pane, carne e altri generi a prezzi contenuti. Col tempo, la cooperativa ampliò la propria offerta, includendo vestiti, tessuti e articoli per la casa.
Oggi, grazie agli archivi storici, possiamo riscoprire le immagini di questo sistema sociale d’avanguardia, testimonianza concreta di un modello di welfare aziendale raro per l’epoca.
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