
“Entrare in una chiesa è ascoltare il tempo che prega.”
Christian Bobin, poeta e scrittore francese.
La chiesa di Santa Maria Immacolata delle Grazie si trova a Bergamo, nei pressi dei propilei, e rappresenta il primo edificio religioso visibile a chi giunge dalla stazione ferroviaria. Le sue origini risalgono al 1419, anno in cui san Bernardino da Siena giunse in città per cercare di sedare le lotte tra famiglie rivali.
Le sue prediche ispirarono il mercante Pietro Ondei, che decise di donare un terreno per la costruzione di un convento francescano e di una chiesa. L’edificio sacro venne completato nel 1422 e dedicato alla Madonna delle Grazie.
Nel 1856, la chiesa venne demolita per permettere l’apertura di un nuovo viale urbano. La sua ricostruzione, voluta dal vescovo Pietro Luigi Speranza, fu avviata poco distante nel 1857. Due anni prima, nel 1854, era stato proclamato il dogma dell’Immacolata Concezione da papa Pio IX. In omaggio a tale proclamazione, la nuova chiesa assunse il titolo di Santa Maria Immacolata delle Grazie e fu dichiarata santuario nel 1878.
Il progetto del nuovo edificio fu affidato all’architetto Antonio Preda. I lavori si conclusero nel 1875. L’interno, a croce greca e in stile neoclassico, conserva opere provenienti dalla chiesa demolita, tra cui il polittico di Vincenzo Foppa, oggi conservato alla Pinacoteca di Brera. La cupola è decorata con l’affresco “Gloria di Maria” di Enrico Scuri.
Tra gli altri artisti figurano Antonio Guadagnini, Luigi Galizzi e Giovanni Battista Epis, autore della scena con papa Pio IX che proclama il dogma mariano.
Un elemento di particolare devozione è il miracolo del “Santo Jesus”: un affresco cinquecentesco che raffigura Cristo e che, secondo testimonianze raccolte tra il 1544 e il 1608, avrebbe sudato sangue e compiuto prodigi. Salvato dalla demolizione, fu ricollocato nella nuova chiesa, dove ogni 15 settembre si celebra una messa in suo onore.
Nel 2003 è stato inoltre restaurato un ciclo di affreschi sulla vita di san Francesco, un tempo ospitato nella cappella della Trinità, poi abbattuta nel XIX secolo.
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