
“Aggrapparsi alle frasche è un’arte, peccato che non reggano il peso delle scuse.”
Anonimo
Nel cuore della Città Alta di Bergamo, nascosta tra sentieri e mulattiere acciottolate, si trova una piccola scalinata che porta alle storiche Case Moroni. Modesta e segnata dal tempo, questa “scalinatella di servizio” collega la Chiesa di San Sebastiano, sopra il Pascolo dei Tedeschi, alla Via di San Sebastiano.
Con i suoi solo trenta scalini, regala una vista suggestiva sul paesaggio circostante e un assaggio dell’architettura rurale del passato. Le Case Moroni, note anche come “Ca’ Moroni”, risalgono alla fine del Quattrocento e rappresentano un esempio tipico dell’architettura lombarda dell’epoca.
Il porticato al piano terra e la loggia superiore, scandita da otto arcate a tutto sesto, rivelano il carattere rustico ma elegante della costruzione.
All’interno del cortile si trova una “vera di pozzo”, una balaustra in pietra cinquecentesca che un tempo proteggeva il pozzo, fulcro della vita domestica nelle cascine di campagna.
Nel corso dei secoli, la Ca’ Moroni non fu solo una dimora rurale, ma anche un punto di ristoro per i viandanti. Sopra la porta d’ingresso, una semplice frasca – un ramo d’albero – indicava la presenza di un’osteria, secondo un’antica tradizione contadina. Qui i viaggiatori trovavano cibo, vino e un rifugio sicuro.
La famiglia Moroni, a cui si deve il nome della cascina, affonda le sue radici nel Trecento ed è legata a figure di rilievo nel panorama culturale e artistico bergamasco. Tra loro spicca Giovan Battista Moroni, pittore rinascimentale noto per i suoi ritratti realistici.
Nel 1971, Ca’ Moroni è stata riconosciuta come Bene culturale e posta sotto la tutela dello Stato, diventando parte del patrimonio storico di Bergamo. Oggi, questo angolo nascosto della città racconta secoli di storia, conservando il fascino delle antiche dimore lombarde.
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