
“La porta è confine tra la città e il mondo: si apre al forestiero, si chiude al pericolo.”
Camillo Boito, architetto e storico dell’arte (1836–1914)
Porta San Giacomo è uno dei quattro accessi principali alla Città Alta di Bergamo ed è considerata il più imponente. Prende il nome da una chiesa dedicata a San Giacomo, che sorgeva nelle vicinanze e fu demolita all’inizio dei lavori per la costruzione della cinta muraria veneziana.
La prima versione della porta fu edificata tra il 1565 e il 1568, ma si trovava in posizione leggermente più a est rispetto a quella attuale. Nel 1593 fu spostata accanto al baluardo di San Giacomo per esigenze difensive. In quell’occasione fu costruito un ponte d’accesso, poi rifatto nel 1780 nella forma che vediamo oggi.
Nel primo Ottocento una parte della struttura venne demolita per creare lo slargo antistante il Palazzo Medolago Albani. La facciata è rivestita in pietra bianca di Zandobbio, proveniente dalla Val Cavallina, apprezzata per la sua tonalità chiara.
L’architettura della porta è di stile rinascimentale, con un disegno sobrio e simmetrico. Il prospetto è articolato con due semicolonne in stile toscano che incorniciano un corpo centrale avanzato.
Sopra si apre un riquadro sormontato da un timpano spezzato, al cui interno nel 1958 fu collocato il leone di San Marco, simbolo della Repubblica di Venezia. La scultura fu realizzata dallo scultore bergamasco Piero Brolis.
Durante il dominio veneziano, Porta San Giacomo non era l’accesso principale, funzione affidata a Porta Sant’Agostino, da cui partiva la via per Venezia. Tuttavia, essendo l’unica visibile dalla città bassa, fu impreziosita con il marmo di Zandobbio. Il progetto della facciata fu curato dall’ingegnere militare Buonaiuto Lorini.
I due pinnacoli laterali furono aggiunti in epoca successiva. Il leone alato fu collocato grazie all’intervento dell’architetto Luigi Angelini, autore anche del disegno guida. La porta è una tra le testimonianze più significative della presenza veneziana a Bergamo.
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